1.01

il percorso parte da Nocera Umbra, antica città umbra ed importante stazione romana sulla strada consolare Flaminia. Il centro storico medioevale, con esposizione occidentale, è un bell’esempio di struttura urbana terrazzata seguendo le curve di livello. La parte moderna invece non ha mantenuto la antica armonia e, a 11 anni dal terremoto, non ha ancora rimosso quanto l’emergenza ha danneggiato. Lo stesso centro storico non è completamente visitabile in quanto molti cantieri della ricostruzione sono ancora in attività.

1.02

l’attività estrattiva di materiali carbonatici ed argillosi rappresenta oggi per Nocera Umbra uno degli aspetti di maggior contrasto: ha infatti un evidente impatto ambientale ma rappresenta anche attualmente l’industria che garantisce il più alto numero di occupati.

1.03

le cave di argilla presentano dal punto di vista didattico interessanti forme di erosione superficiale con la formazione dei caratteristici calanchi. L’argilla molto plastica viene confezionata in pani ed è utilizzata dall’industria ceramica locale e nazionale. 

1.04

un secondo tipo di argilla, caratterizzata da un più elevato contenuto di calcare e di farina fossile, è chiamata argilla bianca (bolus alba) ed è utilizzata da millenni per usi medicamentosi ed estetici.

1.05

le cave di calcare presentano un elevato interesse didattico: la sezione di svariate decine di metri sui fianchi dei rilievi ne evidenziano la struttura geologica, le faglie, le piegature e permettono di visualizzare la pressione che ha determinato la formazione dei rilievi appenninici.

1.06

la varia qualità dei calcari appenninici ne permette l’utilizzazione sia come materiale per l’edilizia che come componente essenziale di una infinità di prodotti industriali: dall’uso nella plastica all'industria alimentare.

1.07

la struttura calcarea e la fratturazione delle rocce calcaree facilita la penetrazione nella dorsale appenninica delle acqua superficiali in profondità.

1.08

Nocera Umbra è famosa fin dall’antichità per le sue sorgenti minerali che vantano una storia centenaria di utilizzo commerciale e terapeutico.

1.09

la Sorgente del Cacciatore situata nei pressi di Nocera Umbra è riconosciuta dal Ministero della Sanità come sorgente per cure idropiniche ed il consumo regolare della sua acqua ha una particolare efficacia nel contenimento dell’ipertensione.

1.10

fotografia di Mr Stanton Johnston, Hawaii, USA
il piano di Collecroce è forse il più bello dei sette che compongono l’altopiano calcareo di Colfiorito.

1.11

l'elevata mosaicizzazione che lo caratterizza ne fa, durante tutto l’anno, una tavolozza di colori continuamente diversa.

1.12

la ridotta dimensione dei campi testimonia di una secolare suddivisione della ridotta superficie utilizzabile per l’agricoltura a fronte della grande estensione delle aree boschive e pascolive che caratterizzano l’Appennino

1.13

l'estensione dei pascoli sommitali e la struttura a campi aperti che presentano le aree coltivate denunciano il prevalere della proprietà collettiva indispensabile per la secolare utilizzazione della montagna appenninica soprattutto per l’allevamento ovino.

1.14

la cura dei campi anche in minime dimensioni che si osserva in questo altopiano ci dice che gli abitanti hanno saputo valorizzare le tradizionali colture dei legumi e della patata rossa facendone un prodotto ad elevato reddito che consente il mantenimento dell’agricoltura come attività integrativa anche su piccole superfici. 

1.15

la vendita di legumi e patate spesso avviene direttamente lungo la strada

1.16

Colfiorito centro di valico lungo la strada della Val di Chienti che unisce l’Umbria centrale ai porti adriatici delle Marche è il tradizionale centro commerciale di questa area montana.

1.17

sui Piani di Colfiorito si è mantenuta viva l’antica tradizione casearia con la presenza di numerosi caseifici che trasformano secondo le antiche tecniche e con nuovi accorgimenti il latte prodotto ancora in abbondanza sia dagli allevatori di ovini che da quelli di bovini.
si ringrazia per la disponibilità il "Caseificio del Colle Fiorito di Pescetelli Sandro" ad Annifo

1.18

a Colfiorito è famosa la palude che rappresenta uno dei più grandi ecosistemi umidi di montagna nell’Italia peninsulare. E’ uno dei nodi idrografici più importanti nel centro Italia ed alimenta varie sorgenti che confluiscono nei fiumi Topino, Chienti e Potenza.

1.19

la palude di Colfiorito è un importante biotopo e per questo è protetta e fa parte del sistema regionale dei Parchi naturali per le sue specificità vegetali ed animali.

1.20

si ringrazia per la fotografia Gianandrea La Porta
la palude è inoltre di grande interesse come appoggio per le rotte degli uccelli migratori acquatici ed è sito di nidificazione di avifauna acquatica molto rara. la palude è inserita nelle aree protette della Convenzione Internazionale di Ramsar. E’ luogo ideale nei periodi di migrazione per il bird-watching.

1.21

il grande piano di Colfiorito deriva dal prosciugamento del lago carsico che vi insisteva effettuato una prima volta dai Romani e successivamente dai Da Varano. L’antico livello del lago è riconoscibile dall’avvallamento che si nota a circa 1 km ad Est di Colfiorito.

1.22

si ringrazia per questa fotografia Gianandrea La Porta
la base dell’antico lago ricca di terreni leggeri con abbondante humus come si può osservare dal colore nero del terreno e con abbondanza di acque prelevabili dai canali di drenaggio ha recentemente visto lo svilupparsi di colture ortive di pregio.

1.23

le gallerie di svuotamento romana e medievale opere di notevole impegno ingegneristico sono visitabili in prossimità della Fonte delle Mattinate (a sin dopo la fonte per circa 100m; girare sulla ds della casa)

1.24

i resti dell’antica fortezza dei Da Varano ci dicono che stiamo superando l’antico confine che divideva il ducato di Camerino dal vicariato dei Trinci di Foligno. Il confine tra Umbria e Marche oggi corre invece sui piani di Colfiorito.

1.25

l’antica abbazia di Copogna ci ricorda la diffusa presenza in Appennino dei vari rami della grande famiglia benedettina della quale si sente ancora l’influenza con il grande senso di attaccamento al proprio posto che hanno gli abitanti della montagna.

1.26

i piani carsici di Montelago ci propongono sempre un paesaggio affascinante!

1.27

si ringrazia per questa  fotografia Mr Stanton Johnston, Hawaii, USA
il piano prende il nome da un piccolo invaso carsico che, con acqua sempre presente nel suo fondo, cambia di estensione a seconda della stagione.

1.28

le acque della palude di Montelago si disperdono nella montagna penetrandovi attraverso vari inghiottitoi che si aprono nel piano. Le acque, defluendo verso questi punti, danno luogo ad interessanti fenomeni di erosione carsica.

1.29

dalla soglia che delimita il piano di Montelago la sottostante valle del fiume Sefro con la sua rudezza evidenzia la giovane età geologica di questa morfologia appenninica caratterizzata da versanti della montagna molto ripidi.

1.30

il sottostante insediamento di Sorti con la sua struttura annucleata sparsa tipica dell’insediamento delle fare longobarde, ci ricorda come questo popolo si sia insediato stabilmente in Appennino integrandosi con la precedente popolazione umbro-romana

1.31

a Sorti c’è un allevamento dei bianchi bovini marchigiani, antica razza da lavoro ormai abbastanza rara. 

introduzione

di seguito troverete degli itinerari per immagini in Appennino. 
Il primo, in 40 note, vi farà percorrere la Valle del Topino, del Piano di Colfiorito,  l'altopiano di Montelago, la valle dello Scarsito e quella del Potenza. Le didascalie possono aiutarvi ad individuare meglio cosa vedere, cosa cercare e chi incontrare.
Per informazioni: info@essereinappennino.org